I numeri parlano chiaro: il trend che coinvolge il settore del fintech e delle sue startup è in fortissima crescita. Complice l’influenza di due anni di distanziamento e limitazioni alla logistica, si è registrato un aumento dei consumatori che hanno avuto necessità di interagire da remoto con la banca: il 51% di quelli tra i 18 e i 74 anni, secondo un’indagine dell’Osservatorio Fintech & Insurtech. E all’aumento della richiesta di servizi come mobile payment, prelievo cardless, servizi per la gestione del budget familiare e social lending, aumentano anche le esigenze delle aziende che operano nel settore in termini di professionisti preparati.
FINTECH: LE OPPORTUNITÀ DI UN MERCATO RICCO E IN CRESCITA– “La difficoltà nel reperire figure professionali adeguate al business del fintech è enorme: il mercato italiano è povero di professionalità di livello ed è molto complicato trovare giovani che abbiano competenza e passione” ha spiegato Stiven Muccioli, CEO e co-founder di BKN301- società che offre servizi di pagamento e funzionalità Banking-as-a-Service- nel corso del panel dedicato al fintech di Fare Impresa in Italia, il convegno organizzato dall’Università LUMSA giunto quest’anno alla sua sesta edizione. “Nel nostro settore la domanda è molto più alta dell’offerta, per questo quando troviamo qualcuno che sia capace e con esperienza si scatena una guerra al rialzo tra gli operatori” prosegue Muccioli, che sottolinea come anche questa scarsità determini gli stipendi molto più alti della media, “anche del 30% in più rispetto al settore bancario in ingresso e del doppio ai livelli più alti”.
Di figure professionali nel dettaglio ha parlato anche Bruno Reggiani, COO e co-founder di Tot, banca online con focus su clienti business: “Vedo grande difficoltà nel reperire figure professionali adeguate in diversi aspetti della nostra ricerca: è molto rilevante sul lato tecnologico, dove la situazione è quasi drammatica in un mercato dalle enormi possibilità come quello del coding”. Problema in parte legato anche alla formazione dei giovani professionisti: “Nel panorama dell’educazione italiana manca quasi del tutto la visione del mondo digitale e della figura del product manager. Questo ruolo si sta sviluppando adesso, ma quando sono uscito dall’università non sapevo cosa fosse e ho dovuto approfondirlo sul campo. Oggi la domanda per i product manager è altissima ma, anche qui, l’offerta è scarsa, proprio perché è scarsa la possibilità di avere una formazione specifica” conclude Reggiani.
Stesse problematiche anche per Marco Scioli, presidente e co-founder della startup di educazione finanziaria Starting Finance che nell’ultimo anno è passata da 6 a 21 risorse e racconta che “assumere 15 persone è stato più difficile che raccogliere un milione di euro”. Aggiungendo anche che secondo lui “la cosa più importante è la passione: le competenze si apprendono lavorando, quello che cerchiamo principalmente sono persone che abbiano passione per questo lavoro e questo settore”.
Di Stefano (Confindustria) Sistema industriale non riesce a coprire oltre 300 mila posti di lavoro- Lo stesso messaggio era arrivato in apertura dei lavori da Riccardo Di Stefano, Presidente dei Giovani Imprenditori e Vicepresidente di Confindustria, che parlando agli studenti li ha esortati a sfruttare il potenziale che pure deriva da un momento difficile. “La pandemia prima e la guerra alle porte dell’Europa dopo stanno contribuendo a ridisegnare lo scenario globale: è un momento nevralgico, difficile, ma allo stesso tempo esaltante perché nelle vostre mani c’è un pezzo del riposizionamento dell’Italia nel mondo, nelle filiere globali e in ciò che sarà il nuovo assetto globale” ha spiegato Di Stefano, anche lui sottolineando tuttavia le mancanze della scuola: Il paese ha snobbato professioni tecniche e trascurato investimenti su materie STEM. È importante intervenire sull’università, ma il Sistema Paese deve ripartire dalle scuole medie. Sono dati recenti: soltanto il sistema industriale non riesce a coprire oltre 300 mila posti di lavoro. Non c’è un’unica soluzione per questo, ma certamente una parte della soluzione è riuscire a incontrare prima qui, su questi banchi, coloro che stanno studiando e si stanno preparando perché possano quanto più possibile scoprire i propri talenti e indirizzarli per uscire da qui con un progetto di vita”.