Startups Without Borders nasce nel 2018 con la mission di mettere in connessione i rifugiati più ambiziosi e gli imprenditori migranti con risorse per far crescere il loro business, fornendo al tempo stesso agli investitori una panoramica su start-up potenzialmente dirompenti da tenere d’occhio.

A fondare Startup Without Borders è Valentina Primo, giornalista con un Master in studi sulla pace, diritti umani e politiche dell’UE. È attiva nel panorama imprenditoriale del Medio Oriente dal 2013, e nel 2017 ha lanciato la più grande piattaforma egiziana sull’imprenditorialità, Startup Scene Middle East.

Nel 2019, ha voluto a Roma- con la collaborazione di Link Campus University- Orizzonti Startup, il primo evento per migranti imprenditori provenienti da tutta Italia: obiettivo, quello di mettere in contatto imprenditori migranti e rifugiati con il crescente ecosistema di riferimento, per un’intera giornata di dibattiti, seminari e una pitch competition che ha premiato cinque  imprenditori.

Valentina Primo è l’anima di Startups without borders, e i valori che contraddistinguono il progetto sono prima di tutto i suoi valori:

 

  • OTTIMISMO, perché Swb crede che ci siano sempre nuove realtà in divenire, e vuole sostenere chi le crea

 

  • EMPATIA, NON COMPASSIONE, perché Swb non vuole concedere ai migranti un’opportunità, ma crede che loro stessi siano l’opportunità

 

  • RISPETTO, perché Swb vuole cambiare le percezioni: è tempo che i migranti non siano visti come persone in cerca di lavoro ma come creatori di posti di lavoro, non come consumatori di tecnologia ma come innovatori

 

  • DIVERSITA’ E INNOVAZIONE, perché se tutti pensiamo allo stesso modo, allora nessuno sta pensando

 

Da qualche mese, inoltre, alle attività di Swb si è aggiunto un appuntamento con i podcast, interviste che svelano i segreti di business di alcuni dei più audaci imprenditori del mondo. Ogni settimana, un approfondimento sui diversi aspetti e la mentalità che sono alla base della costruzione di una startup, raccontati dai leader di settore, coraggiosi responsabili del cambiamento e audaci innovatori con una cosa in comune: essere rifugiati e migranti.