di Veronica Vitale
Chi sono le Carlotte? Sono tre abili artigiane dalla cui smisurata creatività e abilità nel cucito nascono meravigliosi libri tattili fatti di morbide stoffe colorate. Tre donne diverse le cui vite sono state tessute insieme come la trama e l’ordito di una pregiata stoffa, creando un intreccio di differenti patrimoni culturali e professionali. Tre amiche accomunate dall’amore per la sartoria e dal piacere di produrre opere handmade con amore e dedizione. LeCarlotte sono tutto questo e anche di più.
Antonella Veggiotti, Daniele Baumgartner e Sara Castaldo oggi vivono e lavorano in Liguria, per la precisione a Sarzana provincia di La Spezia, ma le loro origini sono rispettivamente Lomellina, Germania e Roma. Dopo diverse esperienze professionali (Antonella nasce come designer, Daniele ha lavorato per oltre 20 anni come graphic designer, mentre Sara ha una vasta esperienza nel sociale e nella comunicazione) le loro strade si sono unite nel 2011, quando si sono incontrate nel laboratorio dello stilista sarzanese Carlo Costa, che le ha aiutate a trasformare l’eterna passione per il cucito in una vera professione. Dall’iniziale collaborazione è nata una sincera amicizia che ha portato a chiamare il gruppo “leCarlotte”, in onore del loro maestro.
Oltre alla passione per l’ago e il filo, quello che ha unito le tre donne è stata la volontà di creare qualcosa che fosse realmente utile alla società (e cosa c’è di più utile se non i bambini che sono il futuro?). Questo comune obiettivo ha trovato la sua concretizzazione nell’associazione culturale “leCarlotte”, nata nel 2016 per promuove la pratica artistica come risorsa personale e sociale e che, con bellissimi libri tattili cuciti a mano e un ciclo di laboratori artistico-educativi, si propone di stimolare lo sviluppo della manualità, della consapevolezza tattile e della capacità di espressione dei bambini.
La decisione di realizzare dei libri tattili si basa sulla consapevolezza che, nonostante ci troviamo a vivere nell’era del touch screen, non riusciamo a toccare realmente il mondo. Il touch virtuale non trasmette emozioni sincere, ma solo informazioni astratte che sono molto difficili da capire per un bambino. Da qui l’esigenza di far toccare le stoffe (dal pizzo fatto a mano alle fibre naturali), raccontando delle storie attraverso l’uso di tessuti, storie che vengono percepite oltre che ascoltate.
Ecco perché leCarlotte sono molto attente alla scelta dei materiali da utilizzare, prediligendo fibre naturali e tessuti riciclati o vintage, e sono in grado di trasformare un semplice ritaglio di stoffa in uno strumento meraviglioso per tramandare storie, far rivivere atmosfere e trasmettere emozioni.
Dal brivido che si prova accarezzando un velluto alla fragilità trasmessa da un pizzo antico, ogni stoffa ha il suo valore ed è in grado di suscitare particolari sentimenti. Anche leCarlotte hanno le loro preferenze: Sara ama il bisso, una sorta di seta naturale marina, per l’originalità, unicità, l’introvabilità e la tradizione che porta con sé. Daniele, invece, è molto attratta in dai tessuti e fibre naturali per i benefici che hanno sul corpo. Infine Antonella, ha fatto del riciclo il suo stile di vita ed è molto legata a stoffe antiche che conserva gelosamente in decine di scatoloni in attesa di trovare il giusto progetto in cui utilizzarle.
La filosofia che sta alla base della loro attività è quella di voler dare nuovo lustro alla tradizione artigianale italiana, promuovendo momenti di crescita collettiva attraverso un cammino “etico” basato sul riciclo e sulla valorizzazione di prodotti tessili. Come ricorda Daniele:
Dopo il grande successo ottenuto nel 2015 con la presentazione dei nostri primi 20 libri durante un evento organizzato a Milano, l’interesse della stampa nei confronti delle nostre opere è molto aumentato e così anche le richieste da parte di realtà importanti (come quella di Pitti Bimbo) e dei clienti. Nonostante la felicità per il successo ottenuto dopo tanti sacrifici, ben presto ci siamo rese conto che i nostri libri vanno oltre il consumo. Sono oggetti intimi e personali che una produzione di massa andrebbe a svilire. Negli anni ci siamo sempre impegnate per garantire un alto livello di artigianalità, considerando i nostri libri come prodotti con una forte etica, per la relazione che abbiamo con i nostri clienti, per la scelta dei materiali e per la passione e l’attenzione che mettiamo nella loro realizzazione.
Questi valori si traducono in libri tattili realizzati artigianalmente a mano con stoffe di baule (pizzi, merletti, passamanerie, corredi, ricami fatti a mano o abiti vintage) e tessuti ecosostenibili. Opere colorate e interattive che raccontano storie da leggere con le mani e che aiutano i bambini ad avvicinarsi alla lettura e a rafforzare i legami affettivi. Ogni libro può essere personalizzato e sono molte le persone che chiedono di raccontare la storia della propria famiglia, portando magari stoffe antiche che hanno un forte impatto emotivo per loro, trasformandolo così in un oggetto unico e originale.
Questi libri nascono per comunicare emozioni, per partecipare alla crescita di un bambino, far rivivere i ricordi ad una persona anziana, ripercorrere una carriera lavorativa o un amore. Dietro la loro realizzazione c’è tanta passione, ma anche molto lavoro, come conferma Antonella:
Noi chiamiamo i libri “le nostre creature” perché in ognuno di essi mettiamo molto di noi.
Un libro non nasce di punto e in bianco, ma è il risultato finale di un lungo processo interiore. Dietro c’è tanto lavoro in diverse direzioni. Non è solo cucire insieme pezzi di stoffa, ma unire tutto il nostro know-how, tutte le nostre esperienze di vita, tutte le nostre competenze professionali e non. In ogni opera c’è sartoria, grafica, decorazione, accumulo di anni di stoffe messe lì con pazienza e cura in attesa di essere usate, c’è tutto quello che abbiamo immagazzinato nell’armadio in attesa di trovare il progetto giusto in cui utilizzarlo.
Inoltre, ogni libro ha la sua forza nell’unione di noi tre che da sole non saremmo in grado di farlo con lo stesso livello qualitativo. Ogni libro nasce proprio grazie a questo equilibrio che abbiamo trovato tra di noi e che si rispecchia in una comunione di intenti e di obiettivi. Oserei dire che la nostra forza e il successo delle nostre creature sta nella nostra unione.
Così come i loro libri sono un patchwork di stoffe diverse che insieme producono dei bellissimi risultati, si può dire che anche le loro vite sono il frutto di esperienze molto diverse tenute insieme dal filo dell’amicizia. Provenienti da realtà e background differenti, il destino ha voluto che le loro strade si incrociassero dando vita ad uno splendido rapporto di amicizia prima che professionale.
Ci compensiamo e completiamo molto a vicenda e se una di noi manca ci sentiamo incomplete. Infatti è molto difficile per noi dividerci i ruoli perché abbiamo bisogno sempre di confrontarci e di ottenere l’approvazione l’una dell’altra. La cosa che ci accomuna di più è il non prendersi mai completamente sul serio. Ci lanciamo in ogni avventura con grinta e spensieratezza, avendo come obiettivo quello di divertirci e conoscere persone speciali, che come noi coltivano un sogno. Queste persone sono come una boccata d’aria fresca, respirare quell’aria ti fa sperare e credere in un futuro migliore e ti dà la spinta per realizzare un tuo sogno che può cambiare il mondo.
Grazie all’immediata empatia e alle tante avventure vissute insieme, leCarlotte hanno imparato molto le une dalle altre, mettendo a disposizione del progetto il loro vissuto e le loro esperienze pregresse. Come nel caso di Sara che, dopo tanto viaggiare in giro per l’Italia, ha incrociato la sua strada con quella di Antonella e Daniele, imparando tante cose sia dal punto di vista lavorativo che di vita:
LeCarlotte per me sono una fonte di ispirazione continua e volendo raccontare tutto quello che ho imparato da loro occuperei un’enciclopedia intera. Oltre alle competenze tecniche nel campo del cucito, quello che più conta sono le esperienze di vita che mi (e ci) hanno fatto crescere. Ci siamo affacciate al mondo con diverse esperienze, ma grazie al confronto continuo abbiamo imparato a metterci in gioco. Personalmente ho iniziato a fare cose che mai avrei pensato di fare, tutto per arrivare a quell’ obiettivo comune che ci dà la spinta e la carica. In cambio ho messo a disposizione la mia esperienza nel campo del sociale e della comunicazione, cercando di portare leCarlotte un po’ nel mio mondo.
In questa loro avventura, fondamentale per il successo è stata la loro capacità di reinventarsi continuamente in diverse mansioni e mettersi in gioco in nome della creatività. Ognuna di loro ha messo da parte la vecchia vita e si è data una seconda opportunità, un po’ come con le stoffe che riciclano. Questo vale in particolar modo per Daniele:
Delle volte mi viene da sorridere nel pensarmi come una startupper a 53 anni, però lo stimolo di realizzare un progetto nel quale credo e che voglio trasformare in realtà non ha prezzo. Spesso mi vedo a confronto con persone della mia generazione che, giustamente, riflettono sul ormai vicino pensionamento. Mi auguro per loro che cerchino nella pensione solo l’aspetto della sicurezza economica (se esiste ancora) e che non si fermino nei loro progetti o nei loro sogni. Alla mia età, infatti, o decidi di andare verso il parcheggio oppure inizi qualcosa di nuovo tirando fuori cose che neppure sapevi di avere, inizi a documentarti, a viaggiare e conoscere altre realtà e ciò può fare solo bene, rispecchiandosi positivamente anche nella famiglia.
Sicuramente la sensibilità femminile ci ha aiutate in questo nostro percorso perché ci siamo trovate e siamo entrate subito in empatia l’una con l’altra, ma allo stesso tempo più ci confrontiamo con questo mondo e lavoriamo a stretto contatto con gli uomini, più siamo costrette a ricrederci sul loro conto. Abbiamo riscontrato in molti uomini una sensibilità e un sincero entusiasmo che non pensavamo potessero avere nei confronti dei nostri libri.
Ma come tutte le più belle storie anche in questo caso le nostre eroine hanno incontrato delle difficoltà lungo il loro cammino.
All’inizio di questa avventura è stato molto difficile far capire agli altri cosa volevamo fare e qual era il nostro progetto. Anche le nostre famiglie erano molto diffidenti perché ci vedevano impegnate anche più del solito in un qualcosa che non capivano. La prima e più grande sfida è, quindi, quella di riuscire a convincere chi ti sta vicino della validità della tua idea. Se non ci riesci, i dubbi aumentano, così come la paura di fare qualcosa di sbagliato.
L’importante, però, è credere in se stessi e riuscire ad andare avanti nonostante le difficoltà incontrate lungo il cammino. Un po’ come fa il Signor Bo, il pupazzo protagonista dei loro libri, che non si scoraggia facilmente e cerca sempre una soluzione ai problemi. Per lui piccole frustrazioni diventano motivo di nuove scoperte e qualche apparente insuccesso si trasforma in occasione per una nuova avventura.
Credendo in sé stessi e nel proprio lavoro, come hanno dimostrato di saper fare leCarlotte, le soddisfazioni arrivano. Che sia l’entusiasmo con cui i bambini si immergono nei loro libri, il sorriso che riescono a far nascere sui volti degli adulti o essere circondate di persone meravigliose ancora in grado di sognare, ognuna di queste conquiste riesce a ripagarle dei tanti sforzi fatti.
Quella de leCarlotte è sicuramente una bellissima storia ricca di avventure, amicizie e scoperte, degna di essere raccontata in un libro, magari un libro con pagine piene di stoffe colorate che raccontano i tanti momenti divertenti vissuti insieme.
La nostra storia potrebbe essere ben rappresentata da un bel gomitolo di lana tutto aggrovigliato.
A parte gli scherzi, sono tanti i momenti che hanno lasciato un segno importante nella storia delle Carlotte. Sicuramente il primo capitolo sarebbe dedicato ai nostri primi incontri nel laboratorio di Carlo in cui passavamo ore a cucire e chiacchierare. Sono stati momenti unici e che ci mancano molto anche per la loro spensieratezza. Ricordiamo con un sorriso anche molti episodi divertenti, come ad esempio, la prima volta in cui siamo andate a Milano tutte e tre insieme. Scese dal treno sembravamo i Bee Gees, tanto che ancora oggi all’inizio di ogni trasferta simuliamo il loro ballo, è il nostro piccolo gesto scaramantico.
Per il resto nel nostro libro vorremmo lasciare anche molte pagine bianche da riempire giorno per giorno, perché sappiamo che molte e splendide avventure ancora ci aspettano.
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