Missione compiuta! Giulio Verne è stato a BLAST, l’evento internazionale che dal 10 al 12 maggio ha collegato aziende, startup, investitori e technology leaders. Ha incontrato le migliori startup, seguito con interesse gli speech e assistito alle BLAST WARS; ma sopratutto ha creato la sua molecola di cambiamento.
Incontriamo nuovamente Giulio e ci confrontiamo con lui sull’esperienza appena conclusa;
Prima di ogni cosa voglio ringraziare i ragazzi di Open Hub e voi di TIXE Magazine per l’opportunità che mi avete dato. Siete stati fantastici, perfetti in ogni occasione, dalla fase euristica e di programmazione iniziale a quella di realizzazione: i dati offerti da DATALYTICS hanno rafforzato le mie convinzioni su TIXE. Complimenti davvero! Come descrivere l’evento? Beh, assolutamente energizzante. Uscire da una tre giorni del genere ti fa ben sperare per le sorti di queste startup, così giovani ma con così tante cose da dire.
Nel corso di BLAST2017 ha raccolto “Atomi di Cambiamento” al fine di creare nuove “Molecole di Innovazione” ed è ora in grado di presentare i primi risultati.
Ho incontrato tantissime realtà, li ho rapidamente intervistati e mi sono presto reso conto che ogni startup aveva molto – moltissimo! – da dire: per questo motivo ho scelto di chieder loro semplicemente un #innovationtrend, con l’idea di poterli intervistare con cura in un secondo momento proprio sui canali di TIXE Magazine (e quindi, come dico sempre: stay tuned!).
Il trend più ricorrente è “Connessione”, immediatamente seguita da “Condivisione”. E non penso sia un caso, anzi! Generalmente i media descrivono la nostra generazione come formata da individui di poco valore morale, poco interessati al sociale, individualisti, molto #geek, assai #nerd e utilizzano queste etichette con connotazione negativa. Ma noi che apparteniamo alle nuove generazioni sappiamo che non è così, che non siamo app-dipendenti ma che piuttosto utilizziamo il 2.0 come uno strumento di amplificazione dei nostri messaggi. E lo dimostra in terza posizione fra i trend la parola “Engagement”, che potremmo tradurre in italiano in modo strettamente riduttivo come l’insieme delle modalità con cui interagiamo con i social. È un bel segnale secondo me, rende molto l’idea del fatto che siamo attori sociali e che viviamo nel pieno delle nostre competenze l’ambiente in cui siamo immersi.
Il futuro non sembra poi essere così male.
Ne hanno parlato spesso i miei amici Marco Serra proprio su Tixe con CHANGE e Luca Dionisi con DIDATTICA NOVA ed il suo pezzo sulla GENERAZIONE APP TRA INNOVAZIONE E CAMBIAMENTO e quello sugli INDIVIDUI APP-ATTIVI con un approccio verso il sociale e l’educativo.
Il quarto trend è “Impegno”. Non vi sembra una parola eccessivamente legata all’1.0? Questo legame con ciò che è passato è la chiave per vivere l’innovazione e il 2.0, l’approccio che serve per vivere al meglio la propria epoca. È un concetto che è stato sollevato da molte startup, da molti imprenditori. Ricordate: “Non esiste innovazione senza tradizione”.
L’impegno di Giulio a Roma non si limita a BLAST2017.
Lunedì scorso è iniziato FUTURISERS, un percorso formativo che propone una riflessione profonda sulla contemporaneità e sulle competenze necessarie per essere, apprendere, lavorare ai tempi della digital trasformation.
Ho portato il mio contributo sull’esperienza di BLAST2017 e parlato dell’importanza della mediazione nei processi comunicativi e relazionali.
Giulio, sei di nuovo in partenza o resterai a Roma ancora per un pò?
Presto vi racconterò in modo più specifico le realtà incontrate a BLAST, il percorso dei #futuridesiderabili mi interessa molto e credo che farò nuove incursioni all’interno delle giornate di apprendimento, ma la mia valigia è sempre pronta lo sapete… Grazie ancora, siete meravigliosi.
E tu sei stato fantastico.