Carolina Gianardi: non è la capacità di generare nuove idee che manca in Italia, ma spesso la cultura imprenditoriale.
Intervista di Aurora Caporossi – LinkedIn
In che modo i tuoi “25 anni di esperienza in aziende internazionali e multiculturali” hanno arricchito e trasformato il tuo approccio al business e alle start-up? Siamo curiosi, puoi raccontarci il tuo background?
Ho una laurea in Economia Aziendale, un Master in Corporate Finance e negli ultimi 25 anni, in realtà sia italiane che internazionali, mi sono occupata di finanza, marketing, commerciale, product management, business development. Il contesto anglosassone in cui ho lavorato per 10 anni ha contribuito in particolare a farmi sviluppare un interesse verso strumenti quali mentoring e networking che mi hanno portata verso nuove esperienze sia come consigliere di amministrazione in realtà profit e no profit sia come business angel. L’aver sperimentato culture aziendali diverse ritengo abbia determinato anche una mia attitudine abbastanza spiccata a prestare particolare attenzione alle dinamiche di gruppo ed in particolare alla composizione e gestione del team, approccio che applico in maniera sistematica nella valutazione di start up.
A fronte della tua esperienza internazionale, quali sono le tue considerazioni sul mondo startup in Italia? E in che modo un programma di accelerazione al Founder Institute può aiutarne la crescita?
Per l’esperienza maturata credo che in Italia ci sia molto capitale umano con una buona capacità di “idea generation” ma che manchi spesso una cultura imprenditoriale; molte delle start up che incontro pensano che una buona idea si sufficiente mentre spesso non hanno idea di cosa voglia dire costruire e far crescere una azienda. Le università italiane sono eccellenti nella ricerca di base, ma non altrettanto nella ricerca applicata, come accade invece in Svezia, Stati Uniti o Israele». Questo ha ricadute pensanti sulla capacità di fare impresa, specie nel campo dell’innovazione. Spesso la business idea è interessante ma la capacità di visione complessiva e poi execution molto basse.
Una realtà come Founder Institute che cerca di far emergere le qualità imprenditoriali di chi ha una buona idea accompagnando il futuro imprenditore nelle fasi iniziali e dandogli una metodologia è sicuramente un punto di riferimento importante.
“tecnologia dirompente o miglioramento incrementale”? Sono due espressioni apparentemente molto simili, anche se presentano notevoli differenze. Puoi spiegarci in che cosa consiste questa divergenza? Perchè per una startup è importante saper rispondere a questa domanda?
Una innovazione “incrementale” è un cambiamento che avviene nel tempo e consente un progressivo sviluppo del prodotto e del mercato; una innovazione “disruptive” invece è un cambiamento di tale portata (es: l’applicazione di una soluzione in un nuovo mercato; la creazione di un nuovo mercato; l’ingresso di un player da una industry diversa…) che cambia in maniera rilevante le regole del gioco.
La conoscenza di quale è l’impatto della business idea di una start up è fondamentale per definire il proprio posizionamento e il go to market ma anche per guidare la strategia di funding e la interlocuzione con potenziali investitori.
Chi è Carolina Gianardi?
Senior Executive con più di 25 anni di esperienza internazionale in servizi. Carolina è membro del board di diverse aziende focalizzate in servizi digitali.
Inoltre è founder di PWN Roma, organizzazione no profit che aiuta le donne nella loro crescita professionale. Appassionata di startup è membro di una associazione di business angel (IAG)
Attualmente è Responsabile Marketing Strategico di Poste Italiane