In Italia ci sono più di 8.800 startup innovative registrate, di queste circa il 70% offre servizi alle imprese. Tra il 2016-2017 il 8,7% delle Aziende Corporate e mid-corporate italiane ha investito in startup innovative. Gli investimenti sono andati a startup tendenzialmente non legate al settore merceologico della azienda corporate (95%) e che si occupano di offrire servizi alle aziende (in media il 70%) partendo da progetti di ricerca e sviluppo (fonte: “Secondo Osservatorio Open Innovation e Corporate Venture Capital 2017” e “Rapporto Trimestrale 2018 Trend Registro Startup Innovative”).
I risultati di questi “BLAST”, sono che le startup partecipate da aziende corporate tendenzialmente hanno più tempo per sviluppare i propri servizi-prodotti, hanno maggiori ricavi e un tasso di fallimento minore. Mentre le corporate che investono conseguono risultati migliori delle altre imprese sia riguardo alla capacità di accrescere il valore aggiunto, sia in termini di redditività netta.
Anche da questo tipo di riflessioni nasce il tech event BLAST evento ideato e organizzato da Fiera Roma. Una finestra sul futuro, un’occasione per capire come sta cambiando il mondo dell’industria, quali sono i settori e le tecnologie su cui investire in questo momento storico. Un’Arena dove le startup più promettenti si sfideranno con un corporate champions, ovvero un personaggio rappresentativo della propria industry di riferimento, per aggiudicarsi un premio finale, ma soprattutto capire come poter collaborare per far decollare idee e progetti che possano avere un effettivo impatto sul mercato.
Questo, ma non solo, è BLAST 2018, che il 27 e 28 settembre riunirà in un solo evento occasioni di formazione per aspiranti imprenditori, incontri per parlare del ruolo delle donne nel futuro dell’Open Innovation e darà spazio ai protagonisti dell’ecosistema startup operanti a livello nazionale e internazionale. Il tutto ruoterà intorno alle 4 industries su cui questa edizione si focalizza: finanza, intrattenimento, manifattura e salute, scelti per via delle trasformazioni radicali a cui sono sottoposte grazie all’avvento di nuove tecnologie dirompenti.
Basti pensare a come che l’Intelligenza Artificiale o la Blockchain stiano rivoluzionando il settore health e finance o ai cambiamenti radicali a cui stiamo assistendo nel campo della manifattura. Oppure, ancora, alle opportunità di business aperte alle aziende grazie all’inarrestabile avanzata degli eSports, per quanto riguarda l’entertainment.
Sponsorizzazioni e partnership, ad esempio, assumono tutto un altro potere per le aziende, quando di mezzo ci sono gli eSports, con tutto il loro potenziale, con i suoi eventi visibili in tempo reale a livello globale, come spiega Paolo Di Mauro, direttore marketing e comunicazione per GEC – Giochi Elettronici Competitivi: “Le corporate hanno la possibilità di essere attori principali nel settore degli eSports con investimenti che producono un ritorno d’immagine inaccessibile per altre vie. In particolare si elimina il limite della geolocalizzazione: un torneo o un evento eSport sono visibili e seguiti in tutto il mondo, permettendo a un’azienda di farsi conoscere anche a migliaia di chilometri di distanza”.
“Come accaduto con l’avvento di Internet negli anni ‘80 / ‘90, la Connected Industry è legata al concetto di ‘ecosistema’. Nessuna azienda può coprire tutti gli aspetti necessari (sensori, connettività, dati, sicurezza…). In questo ecosistema, le startup sono più agili e si adattano meglio ai cambiamenti, quindi molte grandi aziende devono adottare una strategia simile o addirittura acquistare o collaborare con loro. Il processo di apprendimento e integrazione di queste filosofie è solitamente lungo, principalmente perché implica un chiaro adattamento del fattore umano”. Questo il parere di Barbara IoT, azienda con base a Madrid che sta rivoluzionando il settore della manifattura occupandosi specificatamente di cybersecurity e sicurezza dei dispositivi IoT.
Anche per Giorgia Zunino, Esperta NATO in “Future Trends and Human Factor”, le aziende dell’health, così come quelli di altri settori, non possono ignorare la trasformazione già in atto, senza rendersi conto che il “futuro” è già “presente”. “Un imprenditore deve anticipare i tempi, se sta inseguendo i trend ha già fallito. Il Futuro è quel qualcosa di cui oggi possiamo solo intravedere i primi segnali, che si possono cogliere solo tramite incontri con altre realtà e incontrando altri innovatori”.